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Keywords SEO: guida completa per scegliere (e usare bene) le parole chiave giuste

Keyword SEO. È da qui che si parte quando si vuole posizionare un sito su Google.
Capire cosa sono, come funzionano e — soprattutto — come sceglierle è uno dei primi passaggi fondamentali se vuoi portare traffico qualificato al tuo progetto online.

È anche uno degli argomenti che affronto sempre all’inizio del mio corso SEO, perché senza una comprensione chiara delle parole chiave, tutto il resto rischia di crollare.

Mi chiamo Serena Cara: sono una consulente SEO e formatrice specializzata nel mondo dei contenuti digitali.
Aiuto blogger, freelance e piccole realtà (in particolare nel mondo food, artigiano e del benessere) a farsi trovare online senza snaturarsi, con una strategia che unisce tecnica e autenticità. Attraverso il mio progetto Digital with Sere, accompagno chi lavora online a costruire una presenza solida grazie alla SEO, con un approccio pratico, umano e su misura.
Perché farsi trovare su Google non significa perdere la propria voce.

In questo articolo ti porto dentro la mia visione (concreta e fuori dagli schemi) sul mondo delle keyword, con esempi reali e casi che seguo ogni giorno tra audit SEO, consulenze e percorsi formativi.

Cosa sono le parole chiave nella SEO?

Le keywords, o parole chiave, sono i termini che gli utenti digitano nei motori di ricerca per trovare una risposta, un prodotto, un servizio, una ricetta, una soluzione a un problema.
Non sono solo “parole da mettere nel testo”: sono il ponte tra chi cerca e chi ha qualcosa da offrire.

Se vuoi farti trovare su Google, devi prima imparare a capire come pensa chi sta cercando.

Un errore che vedo spesso (anzi troppo spesso)

Spesso chi inizia con la SEO si focalizza sulle parole con più volume, oppure prende quelle suggerite dai tool e le butta nel testo “perché così si posiziona”.

Ma non è così che funziona.
O meglio: non funziona più così. La ricerca delle parole chiave deve partire dalla strategia, non dai numeri. È parte integrante di una buona strategia SEO, e deve tenere conto di chi sei, cosa offri e a chi ti rivolgi.

Un altro errore comune — e che vedo regolarmente durante i miei audit SEO e nei corsi che tengo — è inserire le keyword nel testo senza alcun criterio: messe a caso, in punti sbagliati, fuori contesto.
La verità è che, nella maggior parte dei progetti che non riescono a posizionarsi bene su Google, la discriminante principale è proprio questa: la scarsa conoscenza del ruolo delle parole chiave.

È un aspetto sottovalutato, ma è quello che fa davvero la differenza.

Significato di “parola chiave” per Google (e per chi lavora con la SEO)

Quando parliamo di keyword SEO, intendiamo un termine o una frase che scegliamo di utilizzare per ottimizzare un contenuto. È una scelta strategica: la parola chiave è quella che definisce l’argomento principale di una pagina o di un articolo, e che vogliamo associare a un determinato intento di ricerca.

Dal punto di vista di Google, quella keyword diventa un segnale chiave per capire di cosa parla il contenuto e a chi può interessare.
È uno degli elementi su cui si basa l’algoritmo per ordinare i risultati nella SERP.

Keyword e query: due cose diverse (ma connesse)

Nel mio lavoro — sia durante gli audit che nelle lezioni — noto spesso confusione tra keyword e query.

In apparenza sembrano la stessa cosa, ma non lo sono.

  • La keyword è la parola che scegli tu. È strategica, mirata, spesso suggerita da un tool SEO (come SeoZoom, Ubersuggest o Google Keyword Planner).
  • La query è la domanda reale che una persona digita su Google. È naturale, spontanea, e nasce da un’esigenza concreta.

La keyword è il tuo punto di partenza, la query è il punto di partenza dell’utente.

Ad esempio: puoi decidere di lavorare sulla keyword come usare la friggitrice ad aria.
Le query reali associate potrebbero essere:

  • Cosa cucinare nella friggitrice ad aria
  • si può mettere la carta forno nella friggitrice?
  • Come pulire la friggitrice ad aria?

Il tuo compito è intercettare quelle query attraverso un contenuto utile, ben strutturato, che parta dalla keyword ma si sviluppi in modo ampio, rispondendo a dubbi, curiosità e domande pratiche.

Le keyword sono solo numeri? Spoiler: no

Chi si approccia alla SEO per la prima volta tende a guardare solo il volume di ricerca e la competizione.
Questi dati sono utili, certo. Ma non bastano.

Una keyword con 10.000 ricerche al mese può sembrare allettante, ma se non è in linea con il tuo pubblico, il tuo tono di voce e la tua offerta, può diventare un boomerang.
Porta traffico, ma sbagliato. Risultato? Frequenza di rimbalzo alle stelle, pochissime conversioni e un contenuto che Google (giustamente) non ritiene utile.

Oggi il lavoro sulle parole chiave è molto più qualitativo:
Conta l’intento. Conta il contesto. Conta la pertinenza. Conta quanto bene riesci a rispondere a un bisogno reale.

Tipi di parole chiave nella SEO: principali, correlate e vanity keyword

Quando lavori su un contenuto SEO, è importante saper distinguere tra i vari tipi di parole chiave. Ecco quelle principali che tratto anche nei miei percorsi di formazione:

Focus keyword

È la keyword principale, quella su cui costruisci l’intero contenuto.
Deve essere ben inserita nel titolo, nella meta description, nei primi paragrafi, nei tag H2.

Ma attenzione: da sola non basta.

Keyword secondarie e correlate

Servono ad arricchire il campo semantico e a far capire a Google che stai affrontando l’argomento in modo completo.
Possono essere sinonimi, variazioni grammaticali, domande legate al tema, keyword long tail con intento simile.

Le keyword correlate ti aiutano a espandere il contenuto in profondità, senza uscire fuori tema.

Le vanity keyword: il rischio da evitare

Ne parlo spesso perché ci casco anch’io, quando guardo solo i numeri.

Le vanity keyword sono parole chiave che sembrano incredibili: volume alto, competizione accettabile, magari anche una certa notorietà.
Ma nella realtà portano traffico poco qualificato, che non si trasforma in lettori affezionati, contatti o clienti.

Un esempio concreto: una mia cliente, artigiana di bomboniere, voleva puntare su idee bomboniere matrimonio.
Volume alto, sì. Ma troppo generico. Chi cercava quella keyword voleva solo ispirazione, non acquistare. Abbiamo scelto invece una keyword più mirata: bomboniere utili per matrimonio artigianali. Meno ricerche, ma pubblico molto più interessato.

In sintesi

  • Le keyword SEO sono il punto di partenza di ogni contenuto strategico.
  • Le query sono le domande reali degli utenti a cui devi imparare a rispondere.
  • Non scegliere una parola chiave solo per il volume: guarda a chi ti rivolgi, cosa offri, cosa vuole trovare chi cerca.
  • Sviluppa il contenuto a partire dalla keyword, ma allarga il campo con correlate e domande frequenti.
  • E lascia perdere le vanity keyword: meglio 100 lettori giusti che 1000 disinteressati.

Short tail, mid tail, long tail: come scegliere le parole chiave della giusta lunghezza

Una delle prime domande che mi fanno durante i corsi è: “Serena, meglio puntare su keyword brevi o su quelle lunghe?”
E la mia risposta è: dipende, ma in genere più la coda si allunga, più diventa strategica.

Le short tail: belle ma pericolose

Le short tail keyword sono quelle formate da una o due parole.
Esempi? pane, friggitrice, occhiali da sole.
Hanno volumi altissimi, ma competizione feroce e intento poco chiaro. Se sei agli inizi, non sono la scelta migliore: rischi di perderti nella massa o di attirare utenti che cercano tutt’altro da ciò che offri.

Le long tail: il cuore di una strategia SEO efficace

Le long tail keyword sono più lunghe (da 3 parole in su), molto più specifiche, e parlano direttamente all’intento dell’utente.
Esempi?

  • ricetta plumcake proteico con yogurt e cacao
  • occhiali da vista per bambini 2 anni
  • migliore friggitrice ad aria sotto i 100 euro

Sono meno cercate, ma molto più efficaci per portare sul tuo sito persone già in linea con quello che offri.
Nel mio blog Cooking with Sere, molte ricette si sono posizionate proprio grazie a keyword long tail scelte con attenzione. Durante il mio corso spiego come trovare le keyword giuste in base all’obiettivo, al pubblico e ai contenuti che vuoi portare online.

E le mid tail?

Le keyword mid tail (o a coda media) sono quelle vie di mezzo da 3-4 parole.
Sono un buon compromesso tra volume e specificità.
Ad esempio:

  • corso SEO per freelance
  • bomboniere matrimonio solidali

Funzionano bene per articoli informativi, pagine pillar o contenuti che vogliono lavorare su un intento abbastanza chiaro ma non ancora completamente definito.

Come usare le parole chiave in una strategia SEO efficace

Quando creo un contenuto per me o per un cliente, penso alle keyword come a una squadra.
Ognuna ha un ruolo specifico. Se giocano bene insieme, il risultato arriva.

Keyword principale: È il cuore della pagina, quella su cui vuoi davvero posizionarti.
Deve esserci nel titolo (H1), nella meta description, nei primi paragrafi e negli heading principali (H2-H3).

Keyword secondarie: Sono varianti della principale, spesso con un’aggiunta.
Servono per coprire micro-argomenti e rafforzare la pertinenza.
Esempio: se la tua main è pane veloce in friggitrice ad aria, una secondaria potrebbe essere pane senza lievitazione friggitrice ad aria.

Keyword correlate: Non sono per forza simili, ma hanno connessioni semantiche.
Aiutano Google a capire che il tuo contenuto è ricco, ben scritto, e utile per chi cerca.

Due tipi:

  • Correlate verticali: approfondiscono un aspetto.
  • Correlate orizzontali: aprono a temi vicini.
    Entrambe aiutano il posizionamento, ma le verticali sono quelle che lavorano meglio sulla qualità percepita del contenuto.

Le keyword SEO in base all’intento di ricerca

Siamo arrivati alla parte più strategica.
Le keyword non si dividono solo per lunghezza, ma anche per intento dell’utente.

Ed è qui che la SEO diventa interessante e per me anche divertente!

Keyword informazionali

Chi cerca vuole capire qualcosa.
Esempi:

  • come scegliere la friggitrice ad aria
  • ricette estive light
  • cosa fa un SEO specialist

Perfette per blog, articoli guida, contenuti di valore.
Nel mio mini-corso SEO, una delle prime lezioni è proprio su come intercettare queste ricerche con contenuti utili e ben scritti.

Keyword navigazionali

L’utente sa già cosa vuole e cerca un sito o un brand specifico.
Esempi:

  • Cooking with Sere blog
  • Amazon scarpe donna

Se hai un brand, lavorare sulle navigazionali è fondamentale per presidiare il tuo nome online.

Keyword commerciali e transazionali

Qui siamo nella zona calda: l’utente vuole comprare o valutare un acquisto.
Due fasi diverse:

  • Commerciali (di indagine): migliore friggitrice ad aria 2024, recensioni occhiali Ottica 3B
  • Transazionali (pronte all’acquisto): comprare friggitrice su Amazon, prenota consulenza SEO online

Se vendi qualcosa (prodotto o servizio), queste sono le keyword che ti servono.

Keyword locali

Sono parole chiave geolocalizzate.
Servono a intercettare ricerche fatte da utenti in una zona specifica.
Esempi:

  • pilates roma tor sapienza
  • bomboniere artigianali milano sud
  • occhiali bambini zona Collatina

Se lavori sul territorio, non puoi ignorarle. Sono spesso meno competitive e molto più efficaci.

Errori comuni (che vedo ogni settimana nei miei audit)

  1. Usare keyword non pertinenti
    Inserire una parola solo perché “ha tante ricerche” è uno degli errori più comuni. Devi pensare: chi sto attirando? E perché dovrebbe restare?
  2. Inseguire vanity keyword
    Ti sembrano belle, ma portano traffico che non converte. Meglio meno accessi ma giusti.
  3. Ignorare la SEO local
    Se hai una sede fisica, lavora su parole chiave con zona. È così che si arriva in SERP per ricerche con intento locale.
  4. Sovrapporre contenuti sulle stesse keyword
    Creare 3 articoli per la stessa parola chiave genera cannibalizzazione. Meglio un contenuto ben fatto e strutturato, piuttosto che disperdere l’intento.
  5. Non ottimizzare on-page
    Non basta scegliere la parola giusta: va messa nei punti strategici (title, H1, meta, URL, H2…).
  6. Dimenticare la keyword nel testo
    Sì, succede più spesso di quanto immagini. La keyword scelta non appare mai nel contenuto. Google può capirlo… ma meglio non rischiare.
  7. Scrivere solo per Google
    Un testo deve piacere prima alle persone. Il SEO copywriting efficace unisce struttura, utilità e leggibilità. Non è una sequenza di parole chiave, è un contenuto pensato bene.
  8. Fare keyword stuffing
    Riempire il testo con la stessa keyword 15 volte è controproducente. Oggi Google è più intelligente: usa sinonimi, variazioni, domande.
  9. Non usare correlate e sinonimi
    Allargare il campo semantico aiuta il posizionamento. E migliora la qualità percepita dal lettore.
  10. Non monitorare il posizionamento
    Hai scritto, ottimizzato, pubblicato. Ma poi?
    Senza un monitoraggio serio (es. su SeoZoom), non sai cosa funziona e cosa no. E senza dati, non puoi migliorare.

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Vuoi imparare a fare tutto questo in modo semplice e applicabile al tuo progetto?

Se stai muovendo i primi passi con la SEO — oppure vuoi sistemare le basi una volta per tutte —
ti invito a iscriverti al mio mini-corso gratuito oppure a scoprire il mio percorso completo su Digital with Sere.

Ti spiego passo passo come trovare le keyword giuste, costruire contenuti solidi e dare al tuo progetto la visibilità che merita.

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2 Comments

  1. […] del SEO Copywriting. Così sono partita da zero, le ho rielaborate facendo prima una ricerca delle Keywords SEO su dove volevo […]

  2. […] così anche Instagram da sempre più importanza alle Keywords SEO che vengono […]

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