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SEO per TikTok: farsi trovare in un social che è ormai un motore di ricerca

“A molti questa espressione fa sorridere o storcere il naso: SEO per TikTok. Ma cosa c’entra la SEO con un social fatto di balletti e trend?”

È la reazione che ricevo spesso quando nomino queste tre parole insieme. La verità è che questa piattaforma ha smesso da tempo di essere solo intrattenimento: oggi sempre più persone la usano per cercare informazioni, proprio come farebbero su Google.

TikTok è intrattenimento o motore di ricerca?

Secondo Forbes, oggi quasi il 40% dei ragazzi, tra i 18 e i 24 anni, preferisce cercare su TikTok o Instagram rispetto a Google.

Altri dati rivelano che il 74% della Gen Z usa TikTok per cercare informazioni e il 51% lo preferisce a Google.

Nasce così il cambiamento strutturale: il classico modello di ricerca si ribalta, passando da “motore di ricerca → social” a “social → ricerca”.

L’inevitabile risultato? Google si trova in una posizione difensiva, costretto a rispondere con innovazioni e adattamenti.

Cosa è interessante notare

Sono settimane che preparo questo approfondimento e, proprio mentre ci stavo lavorando, è uscita una newsletter di SEOZoom dedicata allo stesso tema. Un segnale che nel settore SEO si sta muovendo qualcosa di importante. Con grande piacere condivido alcune delle loro riflessioni:

  • Advertising. Con le Search Ads e il keyword targeting, TikTok entra nel terreno di Google Ads e mostra una strategia aggressiva.
  • Attenzione. YouTube Shorts nasce come risposta a TikTok, ma la piattaforma cinese continua a sottrarre tempo e budget a Google.
  • Integrazioni deboli. I test di collaborazione (es. “continua la ricerca su Google”) sembrano tattiche temporanee, non vere partnership.
  • Narrazione mediatica. I media alimentano l’idea di una sfida diretta: gigante della search vs nuova generazione della visual search.

La reticenza tra gli addetti ai lavori

Nonostante questi segnali, molti SEO specialist tradizionali fanno ancora fatica ad accettare questo scenario. Abituati a lavorare su siti web, backlink e autorità di dominio, vedono la SEO come qualcosa che appartiene solo a Google. Parlare di “SEO per TikTok” sembra quasi una provocazione.

Eppure, con tutti i cambiamenti degli ultimi anni, da Discover all’AI Overview, dai video su YouTube alle ricerche vocali, la SEO non è più confinata nei dieci link blu. Oggi fare SEO significa esserci ovunque ci sia un intento di ricerca. E TikTok, tra tutti i social, è quello che più somiglia a un motore di ricerca.

TikTok come motore di ricerca

Non funziona come Facebook, che mostra i contenuti in base alle connessioni, né come Instagram, che lavora soprattutto sulla community. TikTok è un sistema di raccomandazione che distribuisce i video in base a ciò che le persone cercano, guardano e dicono di voler vedere.

  • Se digiti una parola nella barra di ricerca, compaiono suggerimenti correlati, esattamente come su Google.
  • Se guardi fino alla fine un video su un argomento, TikTok deduce che sei interessato e ti proporrà altri contenuti simili.

In questo senso, è già oggi un ibrido tra social e search engine.

E chi lavora in ottica SEO non può ignorarlo. Perché se milioni di utenti, soprattutto i più giovani, stanno spostando qui le loro ricerche quotidiane, significa che la visibilità online passa anche da questa piattaforma. Una visibilità che non resta chiusa dentro l’app: sempre più spesso, infatti, i video TikTok compaiono anche nelle SERP di Google, accanto a blog e YouTube.

Una sfida (anche personale)

Lo vedo ogni giorno nella mia esperienza. Con Cooking with Sere ho imparato che TikTok non è solo un posto dove “pubblicare video”: è uno spazio dove puoi farti trovare. Non è la stessa cosa che scrivere un articolo per il blog, ma l’approccio è simile: capire quali parole usano le persone, inserirle nei punti giusti e trasformarle in contenuti chiari, immediati e pertinenti.

Non nascondo che a volte la differenza di formato mi mette in difficoltà: alcuni contenuti che su Instagram funzionano bene, su TikTok fanno più fatica a decollare e viceversa. Ma questo non significa che non possano funzionare. Ho colleghi che con video tecnici ottengono numeri incredibili. La differenza la fa il formato, il ritmo, la capacità di catturare in due secondi l’attenzione.

Per me, che nasco come SEO specialist e che oggi unisco questa competenza al lavoro di food blogger, TikTok è una sfida affascinante. Una palestra che mi costringe a tradurre i concetti della SEO in linguaggi nuovi. Ed è proprio qui che nasce l’idea di parlare di SEO per TikTok: non come slogan, ma come strumento concreto per portare le persone giuste ai contenuti giusti.

Chi c’è su TikTok e quali nicchie funzionano

Parlare di pubblico su TikTok significa prima di tutto sfatare un mito: non è un social “solo per ragazzini”. Certo, la fascia più forte resta quella tra i 18 e i 24 anni, seguita dai 25-34, ma oggi l’app viene aperta da quasi 20 milioni di italiani ogni mese. Questo vuol dire che una fetta enorme della popolazione la usa abitualmente, con abitudini di consumo che stanno cambiando anche per chi ha più di trent’anni.

In Italia, secondo i dati ufficiali, la copertura pubblicitaria di TikTok sfiora il 40% della popolazione online: numeri che rendono evidente come il pubblico sia molto più ampio di quello che immaginiamo. E non parliamo solo di chi cerca intrattenimento: ci sono persone che usano TikTok per imparare, per scoprire prodotti, per seguire tutorial pratici.

Le nicchie che crescono

Le nicchie che oggi hanno maggiore trazione sono quelle legate alla vita quotidiana:

  • Cucina: ricette facili, piatti veloci, idee da replicare subito.
  • Beauty e skincare: routine spiegate in pochi secondi.
  • Fitness e benessere: mini-allenamenti guidati.
  • Consigli di viaggio.
  • Tutorial digitali.

Il minimo comune denominatore? Immediatezza e concretezza. Chi apre TikTok vuole risposte veloci e visive: vedere subito il risultato, capire in pochi secondi se quel contenuto fa al caso suo.

La mia esperienza con Cooking with Sere

Con Cooking with Sere ho sperimentato diversi formati. Ho notato che i video più pratici, dove mostro subito il risultato di un piatto, come un dolce in friggitrice ad aria, riescono ad attirare più attenzione.

Se invece provo a spingere contenuti più tecnici, che magari richiedono spiegazioni dettagliate, su TikTok la risposta si abbassa.

Su Instagram, al contrario, la mia community è più disposta ad ascoltare anche i passaggi complessi, a leggere caption Instagram più lunghe, a seguirmi in ragionamenti più approfonditi. Questo mi ha fatto capire che ogni piattaforma ha il suo linguaggio.

La mia esperienza con Digital with Sere

Ho provato a portare anche Digital with Sere su TikTok, ma lì non ho trovato né il ritmo né il pubblico giusto per i miei contenuti. Per la parte digital e di consulenza SEO mi trovo meglio su Instagram, con i caroselli e le riflessioni, e con il podcast sulla SEO, che mi permette di argomentare e approfondire in modo naturale.

Su TikTok, al contrario, sento di fare più fatica a comunicare come vorrei: i temi che tratto richiedono un respiro più lungo e un tono più riflessivo, che non sempre si sposa con la velocità della piattaforma.

Allo stesso tempo, però, ho colleghi che hanno fatto il percorso inverso: magari non riuscivano a emergere su Instagram, mentre su TikTok hanno trovato il loro ritmo e sono riusciti a performare meglio.

Questo dimostra che non esiste una regola universale: conta trovare il formato che ti permette di esprimerti al meglio e il pubblico che è pronto ad accogliere quel tipo di contenuto.

Trovare il proprio ritmo

Io stessa sento che su TikTok sto ancora cercando il mio equilibrio. Pubblicare non basta: bisogna capire come tradurre il proprio valore in un linguaggio che funzioni qui dentro. Non è questione di snaturarsi, ma di imparare a ridurre all’essenziale. Dire di più con meno parole, mostrare più che spiegare, mettere subito in chiaro il punto centrale del contenuto.

In questo senso TikTok è anche una palestra creativa: ti obbliga a fare sintesi, a capire quali dettagli contano davvero per il tuo pubblico, a provare e riprovare finché non trovi la formula giusta.

Come funziona l’algoritmo di TikTok (e perché qui parliamo di SEO)

Se c’è una cosa che distingue TikTok dagli altri social è la capacità di farti arrivare contenuti di persone che non conosci. È il famoso feed Per Te: la sezione che accoglie chiunque apra l’app, dove i video non sono ordinati in base a chi segui ma a ciò che l’algoritmo pensa possa interessarti.

Ed è qui che entra in gioco la logica SEO: perché il modo in cui TikTok sceglie di mostrarti un contenuto non è casuale. La piattaforma analizza ogni video, ne interpreta il significato e lo distribuisce a un primo campione di utenti. Se funziona, cioè se le persone lo guardano fino alla fine, lo commentano, lo condividono, il video viene spinto sempre di più, raggiungendo un pubblico via via più ampio.

I segnali che contano davvero

  • Watch time: quanto tempo una persona resta sul tuo video.
  • Completamento: quante persone lo guardano fino in fondo.
  • Interazioni: like, commenti, salvataggi, condivisioni.
  • Segnali di pertinenza: parole pronunciate nel video, testo a schermo, didascalia, hashtag, suoni utilizzati.

Se tutti questi segnali raccontano la stessa storia, l’algoritmo capisce meglio di cosa tratta il contenuto e lo propone alle persone giuste. È come se TikTok facesse la sua indicizzazione interna, proprio come Google fa con le pagine web.

La funzione “Cerca”: la porta SEO di TikTok

Molti non ci fanno caso, ma TikTok ha una barra di ricerca potentissima. Scrivi una parola e subito compaiono ricerche correlate, esattamente come succede su Google. È un vero e proprio strumento di keyword research: se digiti “ciambellone”, ad esempio, potresti vedere suggerimenti come “ciambellone allo yogurt” o “ciambellone in friggitrice ad aria”.

Per chi crea contenuti questo è oro: significa sapere quali termini usare nel parlato del video, nel testo a schermo e nella didascalia. Ed è qui che la SEO entra in gioco: non per riempire di keyword a caso, ma per imparare a parlare la stessa lingua delle persone che cerchi di raggiungere.

Come capire se un video è stato indicizzato

C’è un trucco semplice che uso anch’io per capire se TikTok ha “compreso” davvero l’argomento del mio video. Basta guardare la lente di ricerca che appare sopra al video pubblicato.

  • Se TikTok ha interpretato bene il contenuto, lì ti mostrerà la keyword o la frase per cui ti ha indicizzato.
  • Se invece non compare nulla o, peggio, compare un termine che non c’entra, significa che l’algoritmo non ha capito di cosa tratta il video.

In questo caso il contenuto farà molta più fatica a comparire nelle ricerche interne e a essere distribuito alle persone giuste. È come se fosse rimasto “fuori indice”.

La mia esperienza tra prove ed errori

Con i miei contenuti su Cooking with Sere l’ho sperimentato più volte. Nei video dove dico a voce “ciambellone allo yogurt”, lo scrivo in sovrimpressione e lo inserisco in caption, TikTok riesce a catalogare meglio il contenuto e a mostrarmi la keyword corretta sopra al video. Questo segnale mi rassicura perché so che l’algoritmo ha inquadrato bene il tema.

Perché questa è SEO a tutti gli effetti

C’è ancora chi pensa che “SEO per TikTok” sia un’espressione azzardata. In realtà, se lo guardiamo bene, il meccanismo è identico:

  • c’è un contenuto da ottimizzare,
  • ci sono delle parole chiave da scegliere,
  • c’è un algoritmo che decide a chi mostrarlo.

La differenza è che TikTok non ha una SERP ordinata come Google, ma un feed dinamico che si adatta in tempo reale.

Eppure il risultato non cambia: un contenuto ben ottimizzato viene visto, condiviso e può vivere a lungo, anche settimane dopo la pubblicazione.

TikTok fuori da TikTok: quando i video finiscono su Google

Un aspetto spesso sottovalutato è che i contenuti di TikTok non vivono solo dentro l’app. Sempre più spesso li troviamo anche su Google, soprattutto nella sezione dei video brevi che spesso appare tra i primi risultati delle ricerche.

Se cerchi una ricetta, un tutorial o una recensione, capita di vedere proprio un video TikTok in evidenza, affiancato magari a un reel Instagram o a uno short di YouTube. Questo significa che i contenuti pubblicati sulla piattaforma cinese non parlano soltanto agli utenti interni, ma hanno la possibilità di guadagnare visibilità organica anche all’esterno.

Perché è strategico

Per chi crea contenuti questo è un punto cruciale: significa che un video ben ottimizzato su TikTok può intercettare pubblico anche al di fuori del social, arrivando direttamente a chi cerca su Google.

E questo vale soprattutto per nicchie dove la concorrenza testuale è altissima: riuscire a posizionarsi con un video breve può diventare un vantaggio competitivo enorme.

In pratica, se su Google c’è già una SERP affollata di articoli, ma mancano i video, un contenuto TikTok può inserirsi e guadagnare spazio. E viceversa: se c’è un mix di contenuti, avere un video ben ottimizzato aumenta la possibilità di presidiare più formati nello stesso momento.

La mia esperienza

Con Cooking with Sere mi è capitato più volte di ritrovare i miei video TikTok direttamente su Google, nelle ricerche legate alle ricette in friggitrice ad aria. Non era un obiettivo che avevo pianificato, ma un segnale evidente di come la piattaforma stia diventando sempre più parte integrante dell’ecosistema della ricerca.

Al contrario, con Digital with Sere non ho ancora visto lo stesso effetto: i miei contenuti SEO più tecnici restano visibili soprattutto dentro Google in formato articolo o podcast da Youtube, mentre su TikTok non hanno la stessa capacità di emergere. Questo mi conferma che ogni nicchia ha i suoi canali forti e che non ha senso forzare: la chiave è capire dove investire energie.

SEO multicanale

In un mondo dove Google sta cambiando così rapidamente (con l’arrivo dell’AI Overview e SERP sempre più ricche di formati), pensare alla SEO solo come “articoli di blog” è riduttivo.

Oggi fare SEO significa ottimizzare ovunque ci sia ricerca: su Google, su Instagram, su YouTube, su Pinterest, e sì, anche su TikTok.

Non importa se il contenuto è un articolo, un video o un podcast: ciò che conta è che sia strutturato in modo da essere trovato, capito e distribuito dall’algoritmo della piattaforma che lo ospita.

TikTok, in questo, è forse il social più vicino a un motore di ricerca: vive di parole chiave, di query degli utenti e di un sistema che decide cosa mostrare in base alla pertinenza.

Come ottimizzare un contenuto su TikTok in chiave SEO

Pubblicare un video senza una strategia precisa su TikTok è un po’ come scrivere un articolo senza titolo né struttura: può anche essere valido, ma difficilmente verrà trovato.

La differenza tra un contenuto che resta invisibile e uno che gira sta spesso nei dettagli.

Scegliere le parole giuste

Il primo passo è capire quali parole usano davvero le persone su TikTok. Non serve immaginare, basta guardare: la barra di ricerca funziona come un piccolo motore di suggerimenti, che ti mostra query reali.

Se digito friggitrice ad aria, vedo comparire varianti come “friggitrice ad aria ricette veloci” o “friggitrice ad aria dolci”. Sono segnali concreti, da usare nel parlato del video, nel testo in sovrimpressione e nella didascalia.

Io stessa, con Cooking with Sere, ho notato la differenza: quando dico a voce “ciambellone allo yogurt in friggitrice ad aria”, lo scrivo nel titolo a schermo e nella caption, TikTok lo riconosce meglio e lo categorizza correttamente.

Se invece mi limito a una descrizione generica come “torta buonissima”, il video resta senza un riferimento chiaro e fa più fatica a girare.

Curare testo e didascalie

Le caption su TikTok possono arrivare fino a 2.200 caratteri, ma non significa che vadano riempite a caso. È utile inserire la keyword principale nelle prime parole, perché è lì che l’algoritmo pesca i segnali più forti.

Una didascalia che stimola l’interazione (“Proveresti questa ricetta? Scrivimelo nei commenti”) aiuta sia l’engagement sia il posizionamento.

Hashtag: pochi ma buoni

Uno degli errori più comuni è infilare hashtag generici come #fyp o #viral. Non servono quasi a nulla. Meglio sceglierne 3–5 mirati, combinando termini più ampi e di tendenza con hashtag specifici legati alla propria nicchia.

Nel mio caso, #friggitriceadaria funziona sempre meglio di #cucina in generale, perché intercetta un pubblico già interessato.

Struttura del video e retention

Su TikTok i primi tre secondi sono tutto. Se non catturi l’attenzione subito, l’utente scorre via, e l’algoritmo lo interpreta come segnale negativo.

Serve un hook chiaro: una frase diretta, una domanda, un risultato mostrato subito.

Non è tanto la durata ideale del video a contare, ma la capacità di trattenere fino alla fine.

Un ciambellone può richiedere un minuto di spiegazione, ma se mostro il risultato già all’inizio e poi accompagno lo spettatore passo passo, la retention resta alta.

Al contrario, un video di 10 secondi che parte lento può perdere tutto il pubblico già al secondo due.

La costanza

Un altro elemento che TikTok valuta è la frequenza di pubblicazione. Non serve caricare 10 video in un giorno e poi sparire per settimane: meglio mantenere un ritmo sostenibile, anche due o tre contenuti a settimana. Questo costruisce fiducia con l’algoritmo e abitudine con il pubblico.

Guardare la lente (e imparare dagli insight)

Come dicevo prima, la lente di ricerca sopra il video è il segnale più immediato per capire se TikTok ha indicizzato correttamente il contenuto.

Se compare la keyword giusta, vuol dire che siamo allineati.

Se non compare nulla, è un campanello d’allarme per rivedere didascalia, testo e parlato.

A questo si aggiungono gli insight: tempo medio di visualizzazione, percentuale di completamento, fonti di traffico.

Capire se un video arriva dal “Per Te” o dalle ricerche fa tutta la differenza per correggere la rotta.

Errori da evitare su TikTok (anche se fai buona SEO)

TikTok è una piattaforma che premia la chiarezza. Puoi avere un ottimo video, ma se mandi segnali confusi all’algoritmo rischi di vanificare il tuo lavoro.

Ci sono alcuni errori ricorrenti che ho visto fare, e che vale la pena evitare.

  1. Hashtag generici e keyword stuffing
  2. Descrizioni troppo vaghe
  3. Contenuti fuori nicchia
  4. Mancanza di costanza
  5. Ignorare i segnali della lente
  6. Pensare che basti la qualità del video

Perché vale la pena fare SEO su TikTok

Qualcuno potrebbe pensare che sia eccessivo parlare di “SEO” su una piattaforma nata per l’intrattenimento.

Ma la verità è che oggi TikTok è uno dei luoghi più simili a un motore di ricerca, e trascurarlo significa perdere opportunità concrete.

Più visibilità dentro e fuori dalla piattaforma

Un video ben ottimizzato ha più possibilità di finire nel feed Per Te, nelle ricerche interne e, in certi casi, anche nella SERP di Google.

Questo moltiplica i canali di scoperta: non ti limiti ai follower, ma arrivi a persone nuove che cercano proprio quello che offri.

Costruire una community più mirata

La SEO non è mai solo questione di numeri. Ottimizzare i tuoi contenuti su TikTok significa intercettare un pubblico che ha già un interesse preciso.

È diverso da un contenuto virale “a caso”: qui costruisci connessioni con persone che sono davvero interessate alla tua nicchia, e che possono restare con te nel tempo.

Opportunità di crescita per brand e professionisti

Che tu sia un creator, un artigiano o un’azienda, TikTok può diventare un alleato strategico.

In particolare in Italia, dove il pubblico è in crescita costante, investire ora significa costruire autorevolezza in uno spazio ancora meno saturo rispetto ad altri social.

SEO per TikTok: le domande più frequenti


In poche mosse

La SEO oggi non è più solo articoli e siti web. È ovunque ci sia ricerca: Google, YouTube, Pinterest, TikTok e Instagram.

E se impariamo a leggere il linguaggio delle piattaforme, possiamo trasformare ogni contenuto in un punto d’incontro tra ciò che vogliamo comunicare e ciò che le persone cercano davvero.

Con Cooking with Sere l’ho visto sulla mia pelle: quando le parole giuste incontrano il formato giusto, i video non restano invisibili ma arrivano a chi li cerca davvero, anche nel lungo periodo.
Ed è questa la vera forza della SEO su TikTok: la possibilità di unire creatività e strategia, leggerezza e ricerca.

Ti aiuto a trasformare il tuo universo digitale in una strategia multicanale sostenibile, capace di farti trovare ovunque conti davvero.

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