Se hai un sito WordPress, ti sarà capitato di sentir parlare dei famosi plugin SEO. E magari li hai anche installati pensando: ok, ora Google mi troverà. Ecco, parliamone.
Lo dico subito: un plugin SEO serve. Ma non fa SEO al posto tuo. Ti aiuta? Sì. È indispensabile su WordPress? Sì. È la chiave magica per posizionarti su Google? No.
Ne ho parlato in un nuovo episodio del mio podcast
In questa puntata speciale del mio podcast SEO Impara a fiorire con la SEO, ho chiacchierato con Eva e Fabio di The Smart Fox, due esperti SEO (e colleghi che stimo molto).
Abbiamo messo sul tavolo le nostre opinioni, esperienze e qualche verità scomoda.
📌 Yoast o Rank Math? Serve la versione PRO? Il semaforo verde conta davvero qualcosa?
Piccola anticipazione: la risposta è più complessa di quanto sembra.
Cosa fa (davvero) un plugin SEO
Partiamo dalla base. WordPress di default non ti permette di gestire alcuni elementi SEO fondamentali, tipo:
- scrivere un title e una meta description personalizzati
- scegliere se una pagina va indicizzata o no
- creare una sitemap automatica
- aggiungere i dati strutturati
Ecco perché un plugin SEO serve: ti dà gli strumenti per parlare con Google in modo corretto.
E qui ti dico una cosa da “vecchia scuola”.
Quando lavoravo in agenzia, anni fa, gestivamo siti in Joomla, e quei campi lì — title, description, noindex — li avevamo già integrati.
Era normale compilarli a mano, pagina per pagina. Nessun semaforo, nessun punteggio, solo attenzione e consapevolezza.
Con WordPress invece, se non installi un plugin SEO, quei campi non ci sono proprio.
Quindi sì, serve uno strumento che ti permetta di gestirli, ma – e qui lo dico forte – non sarà lui a scegliere le parole giuste al posto tuo, né a decidere se meriti la prima pagina di Google.
Quello dipende da te, dalla tua strategia, e da quanto riesci a costruire contenuti che rispondano davvero a ciò che le persone cercano.
Il semaforo verde di Yoast SEO non ti porta in SERP
Nel podcast l’abbiamo detto chiaro e tondo.
No, il semaforo verde di Yoast non vuol dire che stai facendo SEO bene.
E no, nemmeno il punteggio 100 di Rank Math ti garantisce visibilità.
Questi strumenti analizzano cose utili – come la lunghezza dei testi, la presenza della keyword SEO, la leggibilità – ma non hanno alcuna idea della concorrenza, né dell’intento di ricerca.
E soprattutto: non hanno il tuo cervello, né la tua strategia.
Ci sono pagine che si posizionano benissimo con il semaforo arancione.
E pagine che non si posizioneranno mai, anche con tutti i semafori verdi del mondo.
Perché la SEO non è accontentare un algoritmo interno al plugin, ma rispondere a un bisogno reale.
Yoast SEO vs Rank Math: facciamo chiarezza
Un altro punto emerso chiaramente dal confronto con Eva e Fabio di The Smart Fox è che… siamo su due fronti diversi.
Io sono decisamente team Yoast, loro invece team Rank Math.
E sai qual è la cosa bella? Che nessuno ha torto.
È proprio questo il valore di un confronto tra esperti SEO: vedere come strumenti simili possono essere usati in modo diverso, in base al progetto, alle abitudini e all’esperienza.
Perché io uso Yoast (e va benissimo così)
Nel mio lavoro, e soprattutto nei progetti personali come Cooking with Sere o Digital with Sere, mi trovo bene con Yoast SEO perché ha una curva di apprendimento più semplice, un’interfaccia chiara e tutto quello che mi serve per gestire l’ottimizzazione on-page in modo veloce e preciso.
Non ho esigenze particolarmente complesse che richiedano le mille funzionalità di Rank Math. E quando mi serve qualcosa di più avanzato, preferisco gestirlo io in autonomia.
Per esempio:
La sitemap XML la controllo e la imposto manualmente, perché voglio essere sicura che rispecchi esattamente la mia architettura e che Google legga ciò che io voglio mostrargli.
Per i redirect, uso da sempre il plugin Redirection, che mi consente di gestire tutto in modo pulito e separato.
E sono io a guidare il timone, sempre. Non lascio automatismi attivi a caso, perché per come lavoro, voglio sapere esattamente cosa succede in ogni angolo del sito.
Questo non vuol dire che Yoast sia meglio. Vuol dire che funziona per me, perché so cosa mi serve, cosa no, e quali plugin affiancare per completare il mio assetto SEO.
E Rank Math?
Rank Math è senza dubbio uno strumento molto potente, completo, con una marea di funzionalità avanzate già nella versione gratuita.
Piace molto a chi ha progetti più articolati, a chi gestisce e-commerce, portali con sezioni complesse, SEO locale, schema strutturati a livelli multipli.
È più “tecnico”, nel senso buono del termine. Ma richiede maggiore attenzione nel settaggio e un po’ più di dimestichezza con la logica SEO.
Quindi, chi vince?
Nessuno.
Dipende da chi sei, da quanto vuoi approfondire, da come usi il tuo sito.
- Se sei all’inizio o vuoi qualcosa di semplice, Yoast è un buon punto di partenza.
- Se lavori già in ottica SEO, o hai progetti più strutturati, Rank Math può darti qualcosa in più.
Quello che conta, alla fine, è non illudersi che il plugin faccia il lavoro al posto tuo.
Qualunque strumento tu scelga, è sempre la strategia a guidare il risultato.
E gli altri plugin SEO?
Oltre a Yoast e Rank Math, esistono anche altre soluzioni valide, meno conosciute ma interessanti:
- All in One SEO Pack: intuitivo, personalizzabile, utile per chi vuole una via di mezzo. (A me però non piace proprio)
- The SEO Framework: leggero, pulito, con una logica diversa dagli altri.
- Squirrly SEO: più orientato alla scrittura in tempo reale, con suggerimenti mentre scrivi.
- SEOPressor Connect: avanzato, usato da chi ha competenze più tecniche.
Li consiglio tutti? No.
Ti servono tutti? Nemmeno per sogno.
Ma è utile conoscerli, perché in base al tipo di sito, al progetto, al tuo livello tecnico, potresti scoprire che uno strumento diverso ti semplifica la vita.
Ma se cambio plugin SEO perdo qualcosa?
È una delle domande che ricevo più spesso.
La risposta breve è: no, non perdi il posizionamento SEO.
Ma la risposta completa è: puoi perdere delle impostazioni importanti, se non fai la migrazione con cura.
Quando si passa da un plugin all’altro (per esempio da Yoast a Rank Math), è fondamentale:
- importare correttamente i dati precedenti
- controllare i redirect, i canonical, le impostazioni di indicizzazione
- verificare sitemap e dati strutturati, perché potrebbero cambiare
Cambiare plug-in non è un dramma, ma serve attenzione e consapevolezza.
E qui ti dico come la penso io: è una cosa che faccio raramente.
Non perché sia impossibile, ma perché ogni volta che lo fai… la Search Console inizia a gridare aiuto.
(Sì, sto scherzando. Ma neanche troppo 😅)
Succede che spariscano le sitemap, cambino le regole di indicizzazione, salti qualcosa nei redirect…
E anche se poi si sistema tutto, ci vuole tempo, pazienza e occhio clinico.
E aggiungo una cosa che molti dimenticano:
- Se un sito è già ben posizionato, rischi di pentirti amaramente del cambio.
- E se invece non è posizionato, non sarà il cambio di plug-in a farlo salire in SERP.
La SEO non la fa il software. La fa la strategia.
Il plug-in è uno strumento: utile, sì. Ma non ha il potere magico di cambiarti la vita digitale.
Il mio consiglio?
Scegli bene il plugin all’inizio, imparalo bene, usalo con criterio.
E solo se hai davvero un motivo forte — e sai dove mettere le mani — valuta il cambio.
Serve davvero la versione PRO?
Dipende.
Nella maggior parte dei casi, la versione gratuita di Yoast o Rank Math è più che sufficiente per iniziare e impostare bene il sito.
La versione PRO può essere utile se:
- hai un sito grande, con molte pagine da gestire
- lavori su progetti con SEO locale o e-commerce
- ti serve un sistema per gestire redirect, link interni, schema avanzati
Ne abbiamo parlato anche nel podcast: non è la versione PRO a fare la differenza, ma l’uso consapevole dello strumento.
Quando un plug-in fa la differenza (e quando no)
Un plugin SEO può semplificarti la vita.
Ti fa risparmiare tempo, ti dà campi da compilare, ti evita errori tecnici.
Ma non può sapere cosa cercano davvero le persone, né cosa funziona nel tuo settore.
Esempio:
hai un blog di cucina e scrivi una ricetta. Il plug-in ti aiuta a impostare i campi SEO, ma non ti dice se conviene scrivere “frittata di zucchine al forno” o “frittata di zucchine light”.
Quella è ricerca strategica, e lì entra in gioco la SEO per food blogger.
Il plugin è un alleato.
Ma il contenuto lo devi creare tu, con consapevolezza.
Un errore comune: pensare che basti pubblicare
Una cosa che ripeto spesso: non basta pubblicare per posizionarsi.
Serve strategia. Serve studio. Serve tempo.
Scrivere per accontentare un plugin non è sufficiente.
Scrivere per le persone, con un’intenzione chiara, sì.
Google non premia chi scrive di più o chi colleziona più semafori verdi.
Premia chi risponde in modo efficace a quello che le persone stanno cercando.
E questo richiede tempo, pazienza e contenuti fatti bene.
Senza scorciatoie.
Occhio a non esagerare con i plugin
Lo dico con tutta la sincerità del mondo: installare troppi plugin inutili è un errore che si paga.
Rallenta il sito, aumenta il rischio di conflitti, apre porte a vulnerabilità.
Se hai già Yoast o Rank Math e un altro paio di plugin fondamentali per il tuo progetto, va benissimo così.
Evita di installare mille tool solo perché “magari aiutano con la SEO”.
Un plugin ben scelto è un alleato.
Dieci plugin a caso sono una zavorra.
Mi serve un plugin SEO o un consulente SEO?
La risposta è semplice: entrambi.
Il plug-in è lo strumento.
L’esperto (o la tua strategia, se te la costruisci da sola) è la direzione.
Il plugin ti permette di gestire gli aspetti tecnici e organizzativi, ma non ti dice quali parole usare, né come scrivere per farti trovare.
Quello arriva da un lavoro di fondo. Da una ricerca parole chiave. Da una mappa chiara dei contenuti che vuoi far emergere.
Se vuoi andare oltre il semaforo
Ascolta la puntata del podcast.
Ci abbiamo messo dentro tutto: dubbi, esperienze, consigli e anche qualche verità scomoda.
🎧 Impara a fiorire con la SEO – ascolta qui →
E se hai un blog e vuoi davvero farlo crescere, inizia a farti le domande giuste, non solo a compilare campi SEO.
Serve metodo, costanza e qualcuno che ti accompagni passo passo.
💌 Iscriviti alla mia newsletter Radici Digitali: riceverai strumenti pratici, spunti utili e risorse vere per far fiorire il tuo sito (con o senza semafori verdi).


